18/11/09
27 novembre 2009: Attila Faravelli
Attila Faravelli (1976) vive e lavora a Milano. Ha studiato composizione elettronica con Michele Tadini e Alvise Vidolin.
Chitarrista e compositore elettronico per teatro, danza, documentari, audiolibri e pellicole mute ha sonorizzato numerosi eventi e performance artistiche. Ha collaborato tra gli altri con Claudio Sinatti, la Cineteca Italiana Museo del Cinema, Antonio Latella, Bebo Storti, Augusto Contento, Andrea Caccia. Collabora stabilmente con la compagnia teatrale di Montpellier Anonima Teatro.
La sua ricerca indaga la relazione tra il suono e i materiali con i quali lo si produce, i supporti di registrazione sui quali viene fissato e l’ambiente acustico in cui esso è prodotto.
Il suo primo disco solista, Underneath the surface (2009) è pubblicato da Die Schachtel.
Con Andrea Belfi è membro del duo Rough&Tumble il cui esordio discografico è di prossima pubblicazione per Die Schachtel. E’inoltre in fase di lavorazione un disco con Nicola Ratti.
Dal vivo utilizza uno strumento composto di otto altoparlanti modificati, nel tentativo di restituire organicità a suoni astratti.
“Posso riconoscere il pulsare ipnotico ed inquieto di un basso trattato, l’agire fantasioso delle percussioni, la non commune raffinatezza dei dettagli, accenni di melodia, ma soprattutto i microeventi sonori che come dice il titolo, sembrano agitarsi sotto la superficie. A volte l’’elettroacustica’ può essere davvero magica. Se si tratta di un esordio è non meno che scintillante!” Gino Dal Soler, Blow Up. #133
“Very nice disc from “musician and composer for theatre, radio and cinema (documentary and silent movies)” attila faravelli, consisting of the sort of winsome miniatures tucked away in the häpna catalogue ; digital collage-constructs of pulsing micro-sound, utilizing traditional instrumentation (melodica, guitar) and electronic treatment ...” Keith Fullerton Whitman, Mimaroglu.
http://www.dieschachtel.com/editions/dsZ10.htm
http://www.myspace.com/attilafaravelli
13/11/09
20/09/09
25 settembre 2009 Riccardo Dillon Wanke - repetita iuvant
riccardo dillon wanke
repetita iuvant
solo - chitarra elettrica
repetita iuvant
solo - chitarra elettrica
Nato a Genova nel 1977, ha vissuto a Milano dal 1983 al 2004, dal 2005 vive e lavora a Lisbona.
Compositore e polistrumentista (piano/organ/keyboards, chitarra e sax).
Lavora nel campo della musica sperimentale dal 2000. Ha suonato e collaborato fra gli altri con Giuseppe Ielasi, Stefano Pilia, David Maranha, Margarida Garcia, Manuel Mota, Francesco Dillon e Renato Rinaldi. É membro fondatore di Medves e recentemente ha dato vita al trio, Dru, dove suona il Fender Rhodes insieme all'organo di David Maranha e la chitarra di Manuel Mota; frequentemente live a Lisbona, con Dru ha realizzato l'omonimo CD per la Headlights (PT). Il suo CD del 2008 per Sedimental (USA) "Caves" é stato segnalato da "the Wire" come uno dei migliori debutti dell'anno.
Il suo lavoro in solo é incentrato su dense composizioni e tessiture piene di dettagli, in cui gli strati sonori formano sottili e ipnotici drone. Musica statica, generalmente incentrata sui loops che ha però una costruzione minuziosa e avvolgente. Una microscopica attenzione al tempo, uno studio sui battimenti, una paziente attesa e la risonanza, più che il suono, sono ingredienti delle sue composizioni.
Compositore e polistrumentista (piano/organ/keyboards, chitarra e sax).
Lavora nel campo della musica sperimentale dal 2000. Ha suonato e collaborato fra gli altri con Giuseppe Ielasi, Stefano Pilia, David Maranha, Margarida Garcia, Manuel Mota, Francesco Dillon e Renato Rinaldi. É membro fondatore di Medves e recentemente ha dato vita al trio, Dru, dove suona il Fender Rhodes insieme all'organo di David Maranha e la chitarra di Manuel Mota; frequentemente live a Lisbona, con Dru ha realizzato l'omonimo CD per la Headlights (PT). Il suo CD del 2008 per Sedimental (USA) "Caves" é stato segnalato da "the Wire" come uno dei migliori debutti dell'anno.
Il suo lavoro in solo é incentrato su dense composizioni e tessiture piene di dettagli, in cui gli strati sonori formano sottili e ipnotici drone. Musica statica, generalmente incentrata sui loops che ha però una costruzione minuziosa e avvolgente. Una microscopica attenzione al tempo, uno studio sui battimenti, una paziente attesa e la risonanza, più che il suono, sono ingredienti delle sue composizioni.
"[...] Gentle surprises pop up at serendipitous moments: scribbled sibilant texture, a whispered vocal on "E", the unexpected abradings of the concluding track. Wanke's patient craft and superb use of space make Caves one of the year's stongest debuts."
Nick Cain, The Wire #295/sept08, 09/2008
Nick Cain, The Wire #295/sept08, 09/2008
"[...] Caves hovers between discord and beauty, between drone and improvised to build a collection of pieces that swings between hypnotic, poignant, emotional pulling….He also often adds in cut-up improvised instrumental elements, or textural sound settles fuzzed over the top of the drones which really heightens the music’s strange, tragic and often beautiful charm. Caves is an exceptional work of honesty, pain and beauty which will have you seeing wonder and magic in every crack, chip and dis-colorment that surrounds your existence-simply spellbinding stuff”-
Roger Batty, Musique Machine, 06/2008
Roger Batty, Musique Machine, 06/2008
http://www.rdwmusic.com/
http://www.myspace.com/rdwmusic
http://www.myspace.com/granddru
02/06/09
7 giugno 2009 Andrea Belfi/Mirco Santi: STILLIVINGROOMS
Any room is a living room. Ogni stanza è una stanza vivente. Ogni stanza sta, quieta, disponibile ad essere abitata. Ogni stanza aspetta silenziosa che i suoi abitanti ci si insedino, la trasformino.
STILLIVINGROOMS gioca con elementi diversi: l’intimità (delle immagini di Home Movies appartenenti ad archivi familiari privati), la circolarità suggerita dalla ripetizione/loop degli elementi sonori, la libera associazione di forme, emozioni e suoni che scaturisce dall'interazione fra audio e video.
STILLIVINGROOMS consiste in un live set audio visuale, che si sviluppa all’interno di una stanza, ovvero attorno agli elementi concreti e concettuali che la costituiscono. La narrazione non segue uno sviluppo temporale ed è divisa in tre parti.
I suoni che costituiscono la parte audio sono prodotti da elementi costitutivi e di arredo di quella stanza (vetri delle finestre, mobili, poltrone), sollecitati da speaker che diffondono suoni attraverso l’uso di un computer e di un microfono posto in mezzo alla stanza. Questi suoni preparati verranno diffusi attraverso un sistema di amplificazione multicanale dedicato, con l’obiettivo di arrivare alla compenetrazione sonora e concettuale tra l’ambiente dove i suoni sono stati preparati e quello dove vengono diffusi.
La parte video è invece costituita da un flusso di immagini estratte da pellicole amatoriali – girate in 8mm, super8, 9,5mm e 16mm – che mostrano interni e oggetti di arredamento. Uomini e donne, momenti di vita quotidiana: tentativi, spesso magnificamente sfuocati, di catturare l'intimità e la bellezza delle emozioni (di persone oggi lontane), dei gesti e delle azioni che si svolgono nello spazio di un salotto, di una cucina, di una camera da letto. Le immagini vengono proiettate sulle pareti animando/abitando la residenza di qualcuno perfettamente estraneo a quelle immagini. La stanza si accende cromaticamente, la parete si fa schermo e il dispositivo ingloba gli elementi che lo ospitano.
I suoni che costituiscono la parte audio sono prodotti da elementi costitutivi e di arredo di quella stanza (vetri delle finestre, mobili, poltrone), sollecitati da speaker che diffondono suoni attraverso l’uso di un computer e di un microfono posto in mezzo alla stanza. Questi suoni preparati verranno diffusi attraverso un sistema di amplificazione multicanale dedicato, con l’obiettivo di arrivare alla compenetrazione sonora e concettuale tra l’ambiente dove i suoni sono stati preparati e quello dove vengono diffusi.
La parte video è invece costituita da un flusso di immagini estratte da pellicole amatoriali – girate in 8mm, super8, 9,5mm e 16mm – che mostrano interni e oggetti di arredamento. Uomini e donne, momenti di vita quotidiana: tentativi, spesso magnificamente sfuocati, di catturare l'intimità e la bellezza delle emozioni (di persone oggi lontane), dei gesti e delle azioni che si svolgono nello spazio di un salotto, di una cucina, di una camera da letto. Le immagini vengono proiettate sulle pareti animando/abitando la residenza di qualcuno perfettamente estraneo a quelle immagini. La stanza si accende cromaticamente, la parete si fa schermo e il dispositivo ingloba gli elementi che lo ospitano.
Andrea Belfi, musicista veronese con alle spalle studi di composizione ed improvvisazione, tecniche applicate alla elettroacustica, privilegia l’aspetto performativo della musica, come risulta evidente dal gran numero di concerti realizzati nel corso di 15 anni di carriera. Ha suonato e collaborato con Giuseppe Ielasi, ¾HadBeenEliminated. Valerio Tricoli, Damo Suzuki, Tony Conrad, Dean Roberts, Atelier MTK (Metamkine), Stefano Pilia, Claudio Rocchetti e molti altri. Ha pubblicato, tra le altre, per la Fringesrecordings, Hapna Records, Die Schachtel.
http://www.chocolateguns.com
http://www.myspace.com/andreabelfi
Mirco Santi, vive tra Bologna e Gorizia, è co-fondatore dell'associazione Home Movies, realizza film sperimentali prevalentemente in formato Super8. Alcuni di questi sono stati proiettati alla Cinémathèque française (2000-2001) e commentati in Jeune, dure et pure! Une histoire du cinéma d'avant-garde et expérimental en France (a cura di Nicole Brenez e Christian Lebrat, Cinémathèque française/Mazzotta, Paris-Milano, 2001). Per Home Movies insieme ad Andrea Belfi e Stefano Pilia, oltre che con Xavier Garcia Bardon (Saule) e Valerio Tricoli, ha all’attivo vari progetti audiovisivi e work in progress basati sul riutilizzo di immagini da archivi familiari come Catherine e Circo Togni HM.
http://www.homemovies.it
01/05/09
5 maggio 2009 Manuel Mota
Manuel Mota, musicista portoghese nato nel 1970 e residente a Lisbona, sviluppa da quasi due decadi un suo personale linguaggio chitarristico. La sua musica è parte di una tradizione che affonda le sue radici nel blues e che rivelando una moltitudine di influenze e di riferimenti storici riesce ad essere attuale, enigmatica e senza tempo. L'atto creativo e il suonare sono momenti inseparabili e sacri nel processo musicale di Mota per questa ragione viene definito un'improvvisatore. Derek Bailey parlando a proposito di Mota sulla rivista All About Jazz disse: "Mota é davvero intrigante. L'ho visto suonare un paio di anni fà a Lisbona. Non ha suonato a lungo-una ventina di minuti circa- e ciò che ho sentito è stato davvero interessante.. molto radicale, cosa che in questo ambito e di questi tempi è difficile essere". Nel 1998 ha fondato l'etichetta Headlights con la quale pubblica quasi esclusivamente i propri lavori. Ha partecipato negli anni a numerosi festival internazionali dedicati alla musica sperimentale come Musique Action- Nancy, Atlantic Waves-London, Seattle Improvised Music Festival, Rencontres Internationales de Musique Improvisé-Brest, Fonoteca Files-Lisbon, Minim-Barcelona, Ulrichberg Kaleidophon-Linz, o presso spazi performativi come Experimental Intermedia- New York, Greenwitch House Music School-New York, Roulette Intermedium-New York, Casa de Serralves / Museu de Serralves-Porto, Kustlerhaus-Dortmund, Kunsthalle Exnergasse-Vienna, Hamburger Bahnhoff Museum-Berlin, Museu Vostell-Malpartida, WIM-Zurich, Instants Chavirés Paris. Ha suonato dal vivo con musicisti free come Margarida Garcia, Okkyung Lee, Chris Corsano, Noel Akchoté, Martin Siewert, Donald Miller, Lukas Ligeti, Fred Lonberg-Holm e numerosi altri.
http://www.myspace.com/manuelmota
http://www.geocities.com/headlightsrecordings
Something pure, something naked and fragile, but also timeless and nameless. The idea before the verb, before society or aside. In the worst case you should collect all his albums and place them in your library. Just watch them and await the time when you ll open one and listen. His music will ask you Who are you and Where are you?"
Noël Akchoté, Skug #70 | Wed 4. Apr. 2007
"I could not say anything about Manuel's influences as his playing is so free of cliches that quite often it borders on a primal approach."
Massimo Ricci in Touching Extremes"Compared to some of his fellow improvisors and playing partners in the surprisingly fertile Portuguese free Improv scene, guitarist Manuel Mota can´t be described has overly prolific, but each of his releases since the intriguingly titled set of duos with Margarida Garcia, "For Your Protection Why Don´t You Paint Yourself Real Good Like An Indian", has been a gem. You can hear exactly why Derek Bailey spoke so highly of Mota: the guitarist has quite simply created a world of his own."
Dan Warburton, The Wire"Balzando verso la fine non resta che dimenticare tutte le parole dette, potrebbero in un istante polverizzarsi e diventare fumo: l ingegnosità, lo stile sfuggente e anarchico di queste improvvisazioni è difficilmente descrivibile in parole chiare e precise, che perdurino nel tempo. Ci interessa solo constatare ancora una volta l indiscutibile qualità artistica di casa nell artista iberico."
Sergio Eletto, Kathodik
Etichette:
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manuel mota,
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